Silenzio ed estasi
Sacra di San Michele. Veduta dell'abbazia.
Un monte dalla dolce altezza ma d'impervii pendii, un sentiero silenzioso immerso nella vegetazione, una vista a volo d'uccello che lascia senza parole, un'esperienza di piacevole e commovente estasi...questa è la Sacra di San Michele.
L'imponente complesso architettonico che sorge sulla cima del monte Pirchiriano, dove comincia la Val di Susa, votato a San Michele Arcangelo, divenuto simbolo del patrimonio artistico e culturale di quella bella e curiosa regione che è il Piemonte, a cui s'ispirò Umberto Eco per ambientare il Nome della rosa, è una meta per cui valgono la pena attesa e difficoltà del viaggio, soprattutto se si decide di raggiungerla a piedi, ripercorrendo l'antica strada mulattiera.
Abbazia di San Michele. Veduta dalla foresteria minore |
Edificata tra la fine del X e l'inizio dell'XI secolo su un antico castrum romano e sorta vicino al sacello voluto da San Giovanni Vincenzo, che proprio tra i boschi del Pirchiriano condusse la propria vita di eremita, la Sacra fu affidata all'ordine benedettino, su iniziativa del conte Ugo de Montboissier d'Alvernia e divenne importante tappa per i pellegrini di alto rango.
La fertile stagione benedettina cominciò ad esaurire agli inizi del XIV, con il malgoverno dell'abate Pietro di Fongeret e la conseguente nomina di commendatari in sostituzione degli abati, sino al completo
decadimento, con la soppressione del monastero nel 1629 per volere di Papa Gregorio XV su consiglio del cardinale Maurizio di Savoia.
Dopo quasi due secoli di abbandono e decadenza, nel 1836 il principe Carlo Alberto di Savoia offrì al fondatore dell'Istituto della carità, Padre Antonio Rosmini, la possibilità d'istituire a San Michele la propria congregazione, la cui ufficialità vaticana venne emessa il medesimo anno mediante un breve di Papa Gregorio XVI. Da allora l'ordine rosminiano è amministratore e custode della sacra, coadiuvato dal gruppo laico degli Ascritti, anch'essi vicini allo spirito dell'ordine.
Sotto la direzione rosminiana, e grazie al proficuo interesse della regione Piemonte, la Sacra ha ritrovato il proprio splendore, emozionando i propri visitatori che tra speroni di rocce e viste mozzafiato possono vivere un momento di silenziosa serenità.
Abbazia di San Michele. Scalone dei Morti. |
Percorso un breve sentiero nascosto nella boscaglia che caratterizza il Pirchiriano, l'antico "monte dei Porci", si raggiunge un piccolo piano dove campeggia lo sperone roccioso fondamenta dell'imponente abbazia e ove sorgeva il Sepolcro dei monaci, un antico tempietto cimiteriale di cui rimangono poche tracce, se non l'abside trilobata.
Proseguendo sulla strada lastricata si raggiungono gli edifici, in parte ricostruiti, delle antiche foresterie benedettine, maggiore e minore, dal quale si accede alla via che conduce verso il cuore del complesso abbaziale.
Abbazia di San Michele. Archi rampanti. |
Chiesa di San Michele. |
Di ritorno, sulla via di casa, certamente il cuore di chi ha visitato San Michele ha potuto godere attimi d'intensa emozione e quieta serenità, attimi di silenziosa estasi e mirabile venerazione di come l'opera dell'uomo abbia incontrato e abbracciato l'opera della natura (o del divino), in beata consapevolezza..."stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus".
Foto: Matteo Paulon
Irene Azzolini
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