venerdì 28 febbraio 2014
Haris Epaminonda, anteprima italiana alla Querini Stampalia
La Fondazione Querini Stampalia propone Chapter IV, la prima mostra personale in un’istituzione italiana dell'artista cipriota Haris Epaminonda (1980, vive e lavora a Berlino).
Haris Epaminonda si è affermata negli ultimi anni come una delle figure centrali nel panorama artistico della sua generazione a livello internazionale. Proprio a Venezia, nel 2007, Epaminonda ha co-rappresentato (insieme a Mustafa Hulusi) Cipro alla Biennale d’Arte.
Alla presenza in Biennale ha fatto seguito la partecipazione alla Biennale di Berlino nel 2008 e l’invito a dOCUMENTA(13) nel 2012. Mostre personali le sono state dedicate da Malmö Konsthall (2009), Tate Modern di Londra (2010), MoMA-Museum of Modern Art di New York (2011) e Schirn Kunsthalle Frankfurt, in Germania (2011).
L’esposizione veneziana, curata da Chiara Bertola con Andrea Viliani (in qualità di co-curatore ospite) e allestita nell’area Carlo Scarpa, è il risultato di una co-produzione internazionale fra Fondazione Querini Stampalia, Centro d’arte contemporanea Point di Nicosia, Modern Art di Oxford e Kunsthaus di Zurigo, dove differenti versioni della mostra sono state presentate negli scorsi mesi.
Chapter IV è stata inoltre realizzata in collaborazione con la Galleria Massimo Minini di Brescia, grazie al fondamentale sostegno del marchio made in Italy luxury shoes Ballin di Fiesso d'Artico (Venezia) e al supporto del Ministero dell'Educazione e della Cultura di Cipro.
L'artista utilizza spesso materiali preesistenti come fotografie tratte da libri e oggetti trovati che assembla con sculture e film combinati a strutture e supporti da lei progettati. Le sue installazioni, i display espositivi come anche gli interventi sull'architettura, danno origine a enigmi visivi che rinviano a una moltitudine di significati. Il suo linguaggio spesso tende all'astrazione ed evoca atmosfere misteriose che sfuggono a ogni precisa classificazione.
Molti si ricordano il lavoro di Haris Epaminonda (insieme a Daniel Gustav Cramer) nella palazzina della Hauptbahnof di Kassel all’ultima dOCUMENTA(13). Quella mostra, disseminata su tre piani, apparì sorprendente per il modo frammentario, dislocato, ritmico che si ricomponeva in qualcosa di unitario soltanto alla fine del percorso... Si aveva la sensazione di camminare in una casa/museo in cui le cose/opere erano perlopiù nascoste. Tutto era sui limiti, ai bordi, nascosto negli angoli, sospeso...sino a che, nel procedere, lo spazio si andava definendo e ricomponendo come nelle sillabe di una frase che si svelava man mano.
La mostra di Haris Epaminonda alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia è la quarta tappa del tour europeo. L'artista interviene all'interno dello spazio realizzato da Carlo Scarpa e presenta una nuova versione del suo ultimo film Chapters. A Venezia, il complesso articolarsi di citazioni d’oriente, la raffinatezza cromatica e formale come il risuonare di geografie e temporalità lontane e vicine dello spazio di Scarpa, hanno indotto l’artista a rapportarsi anche con il grande architetto.
“A Venezia, Haris Epaminonda gioca di nuovo con il display della mostra: usa lo spazio in se come una partitura – spiega Chiara Bertola - dove i materiali diventano segni che si ricompongono come in una pittura tridimensionale. L’artista risponde e dialoga con l’architettura di Scarpa con un contrappunto geometrico, una punteggiatura raffinatissima che amplifica, sottolinea, tridimensiona, espande la complessita’ del linguaggio dell’architettura”.
Il centro della mostra è rappresentato da Chapters, un film di quattro ore girato nell’autunno del 2012 a Cipro su pellicola 16 mm. Chapters è ad oggi il film più elaborato dell’artista. Alla Querini Stampalia Chapters - originariamente mostrato integralmente su quattro schermi, con il sonoro di 'Part Wild Horses Mane On Both Sides' - sarà decostruito in un inedito adattamento.
“La radicale congruenza fra l'intervento di Epaminonda e lo spazio espositivo – sostiene Andrea Viliani - va inoltre ricondotto alle location del film Chapters, l'isola di Cipro, le cui relazioni storiche con una città come Venezia si sono sedimentate nella storia stessa della città, porta dell'Europa verso quell'Oriente, continuamente e fantasmaticamente evocato sia nella narrazione aperta, fluttuante, onirica di Chapters come in vari elementi del progetto architettonico e decorativo scarpiano”.
In Chapters Epaminonda propone nondimeno alcuni degli “stilemi” del suo linguaggio artistico: i vasi, lo scorrere dell’acqua, il monumento, le rovine, i paesaggi, le palme, gli animali. Un vocabolario di oggetti e immagini che consentono di investigare la nozione di tempo e la permeabilità della memoria. In un’atmosfera densa di misticismo, uomini, donne, animali e oggetti si muovono e interagiscono, compiendo azioni e gesti rituali carichi di una molteplicità di possibili significati, enfatizzati spesso dalla lentezza dell’esecuzione o attraverso la tecnica dello stop motion.
Il film si sviluppa attraverso gesti minimi e coreografici con una sequenza narrativa frammentata. Il principio di dualità e il simbolismo sono la bussola per orientarsi in questo viaggio spirituale in cui continuamente dialogano e si rispondono coppie di concetti e elementi: il pieno e il vuoto, il sole e la luna, l’acqua e il deserto, il bianco e il nero, l’interno e l’esterno, l’uomo e la donna, la natura e la cultura. Un viaggio in uno spazio fisico e mentale, o in un tempo sospeso, malinconico e allo stesso tempo astratto in cui lasciare affluire emozioni e costruzioni immaginarie, i cui possibili riferimenti spaziano da Beato Angelico a Sergei Parajanov a Pier Paolo Pasolini, dall’architettura greco-romana e bizantina a Carlo Scarpa.
La mostra sarà accompagnata da un libro d’artista edito nel corso dell’esposizione da Humboldt (Milano) e co-prodotto dalla Kunsthaus di Zurigo, dalla Fondazione Querini Stampalia, la Galleria Massimo Minini di Brescia e la Rodeo Gallery di Instabul.
Un ringraziamento particolare a Crovato Pavimenti srl di Venezia e a Enea Righi e Lorenzo Paini.
Scheda Tecnica
Titolo: Haris Epaminonda. Chapter IV
Mostra a cura di: Chiara Bertola con Andrea Villani
Promossa da: Fondazione Querini Stampalia, Venezia
Istituzioni partner: Centro d’arte contemporanea Point, Nicosia; Modern Art di Oxford; Kunsthaus, Zurigo
In collaborazione con: Galleria Massimo Minini, Brescia
Con il sostegno di: Ballin, Fiesso d'Artico (Venezia)
ARTE 3D la nuova ipotetica frontiera della scultura
L'arte in 3D potrebbe essere una nuova frontiera artistica.(E poi non dite che non ve l'avevamo detto)
Partiamo dal presupposto che l'ARTE ha sempre utilizzato materiali "contemporanei" (simultaneo che vive o si verifica nello stesso tempo di un altro ndr) dai pigmenti naturali sulle rocce delle caverne fino ai colori fluorescenti del 900, l'arte diciamo è la massima coaugulazione della contemporaneità a livello semantico e materico ed in sè raccolta l'attualità.
I materiali nella scultura, come però in tutta l'arte, sono state sempre alla base delle evoluzioni artistiche, pensiamo alla scoperta dell'argilla, del bronzo, del ferro ma anche ai pigmenti, ai colori artificiali ai tessuti ecc.
Di sicuro l'arte non si è certo fermata alla tela e al pennello, bensì si è evoluta in una maniera quasi impercettibile quasi ovvia e scontata.
Oggi attraverso la tecnologia del nuovo millennio può nuovamente e completamente rinnovarsi nell'ambito della scultura, attraverso la stampante in 3D ...
con un pò di fantasia ognuno di noi potrà diventare uno scultore al pari del Canova o Michelangelo.
La tecnologia 3D oramai è in continua evoluzione, le sue potenzialità sono illimitate e la sua diffusione seppur lenta nel Bel Paese sta letteralmente cambiando il modo di ragionare e di vedere le cose.
Farà strano pensare che già esistono programmi tipo Torrent o E-Mule per modelli tredimensionali e che nei centro commerciali vendono già stampanti con annesse bobine di polimeri attorno ai 1500 euro.
La tecnologia tredimensionale sta già trovando un sacco di applicazioni innovative ecco alcuni esempi : nel campo medico oggi si stampano arterie, fegati e notizia dell'altro giorno anche un cuore. Nel campo militare attraverso la diffusione di modelli di pistole 3D funzionanti ma anche nella moda con la stampa di abiti completamente fatti di polimeri plastici.
Il funzionamento del 3D è realmente fantastico ed intuitivo, oggi con degli scanner 3D si può ricreare sul PC un modello e volendo lo si può modificare con la prossima versione di Photoshop, poi riprodurlo all'infinito o meglio ancora "condividerlo" e renderlo social, come quegli status che pubblicate giornalmente su FB, basterà avere un PC e una stampante di polimeri 3D ed ognuno potrà riprodurre ciò che hai condiviso.
Detto ciò, visti i passi da gigante fatti nel campo della medicina, della moda, della tecnologia ma anche nel campo bellico questa evoluzione potrebbe realizzare una statua talmente reale da far sembrare il Canova un principiante (col trucco della stampante)
Ridendo e scherzando, artisti 2.0, potrebbero mettere in posa per qualche decina di secondo dei modelli, scannerizzarli e riprodurli in 3D, e quest'opera non sarà UNICA ma potrà essere in egual modo presente ovunque, in tutti i musei, in tutte le case in tutti gli uffici. Un'arte fruibile,gratuita (quasi), senza frontiere, visibile, visitabile e democratica. Ma non solo! Il campo tredimensionale permette di creare opere uniche ed impossibili da creare a mano, pensiamo al creare una sfera dentro un'altra sfera principio che permetterebbe di creare con polimeri trasparenti anche un'involucro con dentro determinati oggetti.
Certo questa teoria può sembrare fantasiosa ma a breve vedremo sicuramente le prime opere è questione di giorni, già il mese scorso in alcune fiere si ricreavano piccole riproduzioni di piccoli animali.
Però attenzione. anche la tecnologia ha il suo lato negativo, e l'arte e la democrazia spesso non vanno d'accordo.Seppur riusciremo a ricreare statue essenzialmente perfette, è la perfezione ciò che rende un opera di prestigio? E ancora, la possibilità di condividere un'opera non la svaluta al momento stesso? L'Arte tecnologica avrà veramente un suo spazio nel prossimo futuro?
Partiamo dal presupposto che l'ARTE ha sempre utilizzato materiali "contemporanei" (simultaneo che vive o si verifica nello stesso tempo di un altro ndr) dai pigmenti naturali sulle rocce delle caverne fino ai colori fluorescenti del 900, l'arte diciamo è la massima coaugulazione della contemporaneità a livello semantico e materico ed in sè raccolta l'attualità.
I materiali nella scultura, come però in tutta l'arte, sono state sempre alla base delle evoluzioni artistiche, pensiamo alla scoperta dell'argilla, del bronzo, del ferro ma anche ai pigmenti, ai colori artificiali ai tessuti ecc.
Di sicuro l'arte non si è certo fermata alla tela e al pennello, bensì si è evoluta in una maniera quasi impercettibile quasi ovvia e scontata.
Oggi attraverso la tecnologia del nuovo millennio può nuovamente e completamente rinnovarsi nell'ambito della scultura, attraverso la stampante in 3D ...
con un pò di fantasia ognuno di noi potrà diventare uno scultore al pari del Canova o Michelangelo.
La tecnologia 3D oramai è in continua evoluzione, le sue potenzialità sono illimitate e la sua diffusione seppur lenta nel Bel Paese sta letteralmente cambiando il modo di ragionare e di vedere le cose.
Farà strano pensare che già esistono programmi tipo Torrent o E-Mule per modelli tredimensionali e che nei centro commerciali vendono già stampanti con annesse bobine di polimeri attorno ai 1500 euro.
La tecnologia tredimensionale sta già trovando un sacco di applicazioni innovative ecco alcuni esempi : nel campo medico oggi si stampano arterie, fegati e notizia dell'altro giorno anche un cuore. Nel campo militare attraverso la diffusione di modelli di pistole 3D funzionanti ma anche nella moda con la stampa di abiti completamente fatti di polimeri plastici.
Il funzionamento del 3D è realmente fantastico ed intuitivo, oggi con degli scanner 3D si può ricreare sul PC un modello e volendo lo si può modificare con la prossima versione di Photoshop, poi riprodurlo all'infinito o meglio ancora "condividerlo" e renderlo social, come quegli status che pubblicate giornalmente su FB, basterà avere un PC e una stampante di polimeri 3D ed ognuno potrà riprodurre ciò che hai condiviso.
Detto ciò, visti i passi da gigante fatti nel campo della medicina, della moda, della tecnologia ma anche nel campo bellico questa evoluzione potrebbe realizzare una statua talmente reale da far sembrare il Canova un principiante (col trucco della stampante)
Ridendo e scherzando, artisti 2.0, potrebbero mettere in posa per qualche decina di secondo dei modelli, scannerizzarli e riprodurli in 3D, e quest'opera non sarà UNICA ma potrà essere in egual modo presente ovunque, in tutti i musei, in tutte le case in tutti gli uffici. Un'arte fruibile,gratuita (quasi), senza frontiere, visibile, visitabile e democratica. Ma non solo! Il campo tredimensionale permette di creare opere uniche ed impossibili da creare a mano, pensiamo al creare una sfera dentro un'altra sfera principio che permetterebbe di creare con polimeri trasparenti anche un'involucro con dentro determinati oggetti.
Abito 3D |
futuri scanner 3D |
Certo questa teoria può sembrare fantasiosa ma a breve vedremo sicuramente le prime opere è questione di giorni, già il mese scorso in alcune fiere si ricreavano piccole riproduzioni di piccoli animali.
Però attenzione. anche la tecnologia ha il suo lato negativo, e l'arte e la democrazia spesso non vanno d'accordo.Seppur riusciremo a ricreare statue essenzialmente perfette, è la perfezione ciò che rende un opera di prestigio? E ancora, la possibilità di condividere un'opera non la svaluta al momento stesso? L'Arte tecnologica avrà veramente un suo spazio nel prossimo futuro?
Matteo
mercoledì 19 febbraio 2014
Matisse in mostra a Ferrara
Espressione attraverso sintesi di forma e purezza cromatica
Icaro, 1947. |
Una volontà di rottura laica e di riconversione che si manifesta in un espressionismo iconico caratterizzato dalla forma, campita dal disegno e rivestita di colori puri. La figura umana, necessaria e irrinunciabile, si manifesta in campiture cromatiche e altro non intende rimandare se non a se stessa, al presente terreno e tragico.
Non è possibile caricarla di austeri significati metapsicologici, la figura di Matisse esprime stati d'animo generali della condizione umana, partendo dalla raffigurazione della realtà.
Proprio la figura e la sua pura espressione sintetica, di forma, linea, disegno e colore terso, carico, sono il tema fondamentale della mostra Matisse. La forza della linea, l'emozione del colore, che aprirà al pubblico sabato 22 febbraio a Palazzo Diamanti, a Ferrara, frutto del sapiente lavoro della Fondazione Ferrara Arte e curata da Isabelle Monod-Fontaine, vice-direttrice del Centre Pompidou e accreditata studiosa dell'opera di Matisse.
In mostra oltre cento opere, tra dipinti, sculture e disegni, a delineare l'avventuroso percorso che ha condotto il capofila della fascia fauve-espressionista a raggiungere l'alta espressione della figura umana, quella femminile in particolar modo, muovendosi dalla lezione di Cézanne, da cui prende il senso della costruzione compositiva nell'opera, e Signac, che gli permette di conoscere e governare il luminismo derivante dall'accostamento dei colori puri.
L'accostamento di colori primari, puri, o complementari, in ampie campiture che governano lo spazio attanagliato da figure umane ridotte e schiacciate: ecco come Matisse è riuscito a muovere l'animo umano, riportando al centro della ricerca artistica il valore della figura e del suo carico emozionale capace di esprimersi con pochi elementi.
A presto la recensione della mostra.
Giovane donna in bianco, sfondo rosso, 1946. |
Matisse. La forza della linea, l'emozione del colore
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
22 febbraio - 15 giugno 2014
Per informazioni: palazzodiamanti.it/matisse
Iscriviti a:
Post (Atom)