Mentre il ministro Massimo Bray pensa a come rendere attivo e efficace il piano di interventi per Pompei ecco piombare in una soleggiata Italia una notizia che fa allargare il colletto della camicia, non certo dal caldo.
Turismo a picco e per la prima volta in dieci anni siti archeologici e musei calano. Fedeculture non minimizza: l'8% in meno. Italia sempre più desolata che tra il sole e crisi è sempre più in una graticola.
Spulciando i dati viene caldo, ci si rende sempre più conto che di questo passo il trand non può che peggiorare.
"Nel 2011 i visitatori di Musei in Italia erano 40 milioni, l'anno scorsone sono stati contati 36 milioni, un crollo del 10%", certo, il crollo verticale di strutture ricettive, la tassa di soggiorno in molte città italiane, l'aumento dell'inflazione e la crisi mondiale per dirne alcune non aiutano certo la situazione. In una crisi che non risparmia niente e nessuno sciocco è pensare che la Cultura sarebbe stata graziata ma "diabolico" è stato non pensare ad un piano.
Diciamocelo francamente, NON CI SONO SOLDI (o così almeno ci si sente dire) ed ecco legittimati in fretta e furia tagli drastici e dolorissisi a tutti i settori culturali italiani. Mai voltarsi indietro governatori!
Proseguire nell'austherity ha il suo perchè soprattutto agli occhi dell'Europa bacchettona.
Ma ecco che dentro Musei, Scuola, Associazioni Culturali e Cooperative inizia a frullare un unico pensiero: ma era l'unica soluzione?
La fretta è mala consigliera si sa, però i governatori non si sono minimamente proccupati di dare un piano B alla cultura. Ok tagli alla spesa pubblica ma allora perchè contemporaneamente non si semplificavano le donazioni culturali private? Perchè non si sono dibattute riflessioni su nuove possibilità di raccolte fondi? Perchè non si possono defiscalizzare le sponsorizzazioni a enti museali? Perchè un 25% della tassa di soggiorno non viene destinata ai musei, monumenti o aree archeologiche? Perchè non si è pansato alla creazione di collaborazioni universitarie tra Musei e Facoltà per magari compiere agli iscritti tirocini, stage laboratori come crediti? Perchè non si è pensato ad istituire un riconoscimento onorario (non economico) a pensionati che vogliano aiutare i centri culturali locali?
Sono solo poche idee, sono solo pochi pensieri però, guardandoci oggi negli occhi, queste idee potrebbero dare nuova linfa alla cultura italiana.
Che ne dite?
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