Conosco casualmente Alessandro Capuzzo, giovane artista polesano, che con molta semplicità mi parla della sua passione per l’arte e delle sue opere incentrate sulla sperimentazione materica e cromatica, mi mostra alcune fotografie delle sue ultime creazioni e m’invita all’inaugurazione della sua prima esposizione personale, a Palazzo Patella, sede municipale di Villadose nel rodigino, in collaborazione con Itinerarte.
Ed eccomi qui, a raccontarvi questa esperienza di colore e
forme , dove le linee semplici si trasformano in complesse ma sinuose parabole che
incorniciano campi cromatici ricchi, corposi.
Si tratta di un'iconografia materico-formale, dove infonde significato non il ragionamento iconografico di sapore accademico, ma l'istinto figurativo di un giovane artista che non smette di trovare stimoli nuovi utilizzando poche forme, linee e colori.
La bidimensionalità viene
superata dalla concretezza della materia (legno, vetro, sabbia etc.) che va a formare l’opera stessa, le
forme e i colori vanno a comporsi in un’armonia di movimento che invade la
dimensione dello spettatore che rimane affascinato da questo “colore che si fa
movimento”.
Pannelli e quadri ma non solo, complementi d'arredo divertenti e sognanti, che ammetto desidererei possedere, come paraventi, lampade in vetro o plexiglass illuminate a neon, tavolini e sculture.
Una sperimentazione artistica, quella di Alessandro, che parte da forme semplici e immagini, che azzarderei definire "da design commerciale" (come ad esempio le linee essenziali dei fiori, girasole e rose, tratti distintivi dell'artista), ma dove è l'oculata scelta cromatica (se di scelta, e non di ispirazione si può parlare) che realizza quella sensazione visiva irreale, quasi fiabesca, che colpisce certamente.
Se volete conoscere direttamente questo giovane vi lascio i link del suo sito personale alessandrocapuzzo.it
e della sua pagina facebook Capuzzo Artdesigner
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