Diciamolo francamente, di mostre temporanee o itineranti negli ultimi tempi se ne organizzano davvero molte, quasi a mostrare che la situazione della cultura artistica in Italia sia una sorta di Giano bifronte, con due facce: quella della decadenza (anche e, soprattutto, fisica) dei beni culturali, e quella, splendente e propositiva, di mostre ed esposizioni, finanziate in particolare dalle grandi istituzioni bancarie nazionali, che riescono a portare nelle nostre città grandi capolavori.
Ma, mi domando, i titoli posti a mostre ed esposizioni rendono giustizia e verità a ciò che realmente si va a vedere? O, talvolta, un buon titolo, come marketing pubblicitario insegna, è un buon amo con lenza? Intendiamoci, non dico che i titoli siano completamente menzogneri o traggano in inganno il potenziale pubblico, ma a mostra visitata, occorre interrogarsi se il fil rouge introdotto dal titolo sia stato rispettato ed il suo messaggio donato.
La riflessione nasce dalla lettura di recensioni e critiche sulla mostra itinerante Da Botticelli a Matisse. Volti e figure trasferitasi, con qualche piccolo cambiamento, a inizio febbraio, da Vicenza a Verona (a Palazzo della Gran Guardia) e curata da Marco Goldin che pare non rispondere esattamente e coerentemente al titolo.
Tintoretto, Cena in Emmaus (1559) |
Renoir, Danza a Bougival (1883) |
E ancora, meglio una mostra ricca di opere ma in cui non viene rispettato l'intento espositivo, o una mostra composta da pochi pezzi, ma che insieme possono offrici un punto di vista completo e che risponde pienamente al "titolo della mostra"?
In sostanza quantità o qualità in una mostra d'arte?
Credo si possa solamente dire, per ora, che, laddove vi sono significative opere in esposizione, il primario (e più piacevole) compito del visitatore è apprezzare e cogliere a pieno il messaggio e la bellezza che ogni singola opera riesce a donare.
In un secondo momento, è possibile recepire, se presente, quel sottile fil rouge, che aggiunge valore ad un'esposizione, rispondendo al perché queste opere sono presentate insieme, potendo così ragionare per ampi spazi di veduta, nel brillante esercizio del confronto, è il caso di dirlo, face to face.
Foto:
una delle sale espositive della Gran Guardia a Verona, da larena.it;
due delle opere esposte nella mostra veronese Da Botticelli a Matisse. Volti e figure.
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